DISSESTO IDROGEOLOGICO E CONSUMO DI SUOLO

Grandi Opere contro Alluvionati: 1 a 0
Durante l'alluvione in Liguria di Ottobre 2014, l'ex superdirigente Incalza telefona immediatamente all'ex Ministro delle Infrastrutture Lupi per assicurarsi che i fondi destinati al Terzo Valico vengano immediatamente reindirizzati per la ricostruzione della Liguria devastata dall'alluvione. 
Lupi lo rassicura: non lasceremo soli i liguri. Si commuove al telefono parlando con l'amico Incalza; sicuramente ha visto le immagini della furia devastatrice dell'uomo che, intubando i fiumi e costruendo in aree ad elevato rischio esondazione, fa pagare ai cittadini a caro prezzo le conseguenze della propria attività.


Anche gli uomini più potenti hanno un cuore: il governo in pochi giorni dirotterà le risorse destinate al Terzo Valico alla Liguria, o meglio ai liguri, per aiutarli a risolevvarsi dal fango in cui altri li hanno fatti annegare. Sospensione dei mutui, sospensione del pagamento delle tasse, immediato invio dell'esercito per la rimozione del fango, dei rifiuti, dei detriti.
Ci sono 7 milioni di italiani la cui incolumità è a rischio a causa di frane ed esondazioni (come apprendiamo dai documenti ufficiali dell'ISPRA, qui il link), da qualche parte bisognava pur comunciare.

Stiamo scherzando, ovviamente: qui il link ad un articolo del fatto quotidiano che racconta come si relazionano gli italiani (quelli che occupano le poltrone più comode) con altri italiani (quelli che perdono tutto per le alluvioni, i terremoti, le riforme delle pensioni, che non hanno più una casa, il diritto alla salute, il diritto allo studio, etc.).
Non ci stupiamo di certo: questo è il paese in cui non appena si verifica un grosso terremoto, "imprenditori" chiamano altri "imprenditori" per festeggiare l'accaduto, qualche risata neanche troppo celata nel corso di una telefonata, che non c'è tempo da perdere, bisogna muoversi subito per accaparrarsi gli appalti, giusto il tempo di uno sprizz al bar prima di cominciare.




Più di 7 MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO idrogeologico secondo l'ISPRA
Secondo l'ISPRA, che ricordiamo essere un ente pubblico di ricerca del Ministero dell'Ambiente, il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sull’intero territorio nazionale ammonta a 44 miliardi di euro (qui il link alla pagina dell'ISPRA riportante il fabbisogno stimato per gli interventi di difesa del suolo). I dati derivano dai Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), Piani straordinari e piani decennali redatti dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome.
Il Consiglio dei Ministri ha però deciso di destinare pochi spiccioli per contrastare il dissesto idrogeologico (per il triennio 2014-2016 sono stati stanziati 180 milioni di euro, contro un fabbisogno di oltre 40 miliardi). Qui le cifre ufficiali (comma 111 della Legge  n. 147 del 2013, nota come legge di stabilità 2014).

http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/suolo-e-territorio/dissesto-idrogeologico/sintesi_dissesto_idrogeologico_ispra_2014.pdf

La popolazione esposta a fenomeni franosi in Italia ammonta a 1.001.174 abitanti. La stima è stata effettuata da ISPRA (qui il link al documento ufficiale) intersecando, in ambiente GIS, le sezioni di censimento ISTAT 2001 con le frane dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, IFFI. Per “popolazione esposta” a fenomeni franosi si intende la popolazione residente esposta al rischio di danni alla persona: morti, dispersi, feriti, evacuati.

La popolazione esposta ad alluvioni in Italia, considerando lo scenario massimo atteso (aree a criticità idraulica con tempo di ritorno fino a 500 anni) ammonta a 6.154.011 abitanti. La stima è stata effettuata da ISPRA (qui il link al documento ufficiale) intersecando, in ambiente GIS, le sezioni di censimento ISTAT 2001 con le aree a pericolosità idraulica perimetrate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) redatti dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome. Per “popolazione esposta” ad alluvioni si intende la popolazione residente esposta al rischio di danni alla persona: morti, dispersi, feriti, evacuati.



Il consumo di suolo in Italia: costi e conseguenze
Il consumo di suolo è strettamente correlato con il dissesto idrogeologico: un ettaro di suolo non urbanizzato (cioè libero da costruzioni di qualsiasi natura) è un grado di trattenere 3,8 milioni di litri di acqua. Acqua che altrimenti scorrerebbe a valle, confluendo in fiumi e torrenti, e provocando disastri ormai noti in occasione di piogge abbondanti o continuative. La terra libera dal cemento funge quindi da vera e propria "spugna" per l'acqua, contribuendo così fortemente a limitare esondazioni e allagamenti in genere.
Proprio per questo motivo per ogni ettaro impermeabilizzato in un ambiente urbano è necessario tenere conto dei costi che dovranno essere sostenuti per la manutenzione del sistema di raccolta e l'allontanamento delle acque piovane. Se si vogliono contenere quindi gli effetti negativi di piogge lunghe o molto abbondanti, è stato calcolato che i costi di manutenzione del sistema ammontano a 6.500 € all'anno (dati presentati durante il Global Soil Forum, 2013).
In Italia ogni giorno vengono cementificati 70 ettari di suolo (dati ISPRA aggiornati alla primavera del 2014, qui il documento ufficiale), questo in termini pratici corrisponde a:
  - perdita di una superficie che sarebbe in grado di produrre cibo per 420 persone
  - aumento potenziale di CO2 emessa pari a 17.250 tonnellate al giorno (praticamente il risparmio in termini di emissioni che Almese in un anno riesce ad ottenere grazie agli spegnimenti dell'illuminazione pubblica)
  - incremento di 259 milioni di litri di acque da gestire
La superficie cementificata è di 21.890 Kmq, ovvero più del 7% del territorio italiano è pressochè irreversibilmente divenuto impermeabile.
Ora, considerato che ogni ettaro impermeabilizzato richiede 6.500 € all'anno di danaro pubblico per la raccolta e l'allontanamento delle acque piovane, ne deduciamo che per una gestione efficiente delle acque in Italia, la spesa pubblica dovrebbe ammontare a circa 10.000.000.000 di € ogni anno. Spesa che è evidentemente destinata ad aumentare con l'aumento del suolo cementificato.
Pretendiamo che le politiche di gestione del territorio a livello locale e nazionale tengano conto anche di questi aspetti: il suolo è una risorsa non rinnovabile, l'impermeabilizzazione sta avendo conseguenze sempre più gravi sulla vita delle persone. Pretendiamo un'inversione di tendenza.
 
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4965&fromCatDet=59
Clicca qui per leggere l'articolo di Altreconomia "Il valore sotto ai piedi" sul consumo di territorio (qui il link al numero di Altreconomia).



Il dissesto idrogeologico
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, ha pubblicato il Rapporto periodico sul rischio per la popolazione italiana a causa di frane e inondazioni (2014). Trovi il rapporto qui.
Una mappa interattiva chiarisce la fragilità del nostro territorio attraverso i numeri del dissesto idrogeologico.

http://www.lastampa.it/medialab/data-journalism/dissesto-idrogeologico

Clicca qui per visualizzare ed esplorare la mappa interattiva.
FONTI: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA);   Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI CNR); Istat; Progetto Aree Vulnerate Italiane (AVI); Sistema Informativo sulle catastrofi idrogeologiche; Istituto Nazionale di Urbanistica; Centro Ricerche Economiche e Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio (CRESME); Ministero dell’Ambiente; Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)