La scuola va in pezzi, ancora
Ecco un piano da 1 miliardo!
Scuole belle, scuole sicure, scuole nuove, twitter, proclami, visite nelle scuole, ospitate televisive, etc...
Intanto l'intonaco crolla sulla testa di bambini e insegnanti, ancora.
Per rimettere in sesto le scuole italiane la Protezione Civile ha stimato che servano 13 miliardi di euro (il Governo Renzi investirà invece solo 1 miliardo di euro), più della metà delle scuole italiane è stata costruita prima dell'entrata in vigore delle normative antisismiche (il che vuol dire che non sappiamo cosa possa succede a questi edifici in caso di terremoto!), mentre oltre 6.000 scuole si trovano in aree ad elevata criticità geologica (qui il collegamento all'audizione dell'ANCE alla Camera dei Deputati, nel 2013).
Qui il link alla sezione relativa all'edilizia scolastica sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR); in questa sezione non troverete nulla con riferimento alla programmazione degli interventi nelle scuole italiane. Ma proprio nulla.
È stato stimato ufficialmente l'investimento necessario per rimettere in sicurezza le scuole italiane (manutenzione ordinaria, requisiti antisismici, livello si esposizione al rischio idrogeologico)?
Se esiste una stima ufficiale, in che modo si colloca l'investimento da 1 miliardo recemente stanziato dal Governo?
Sono state individuate delle priorità, e con quali criteri?
Considerati i recenti fatti di cronaca, che tipologie di verifiche saranno effettuate a garanzia di una esecuzione a regola d'arte?
In attesa che il Governo Renzi ci illustri la sua strategia reale d'intervento sull'edilizia scolastica, un provvedimento rapido ed efficiace potrebbe consistere nel limitare l'accesso nelle scuole solo a coloro che sono muniti di caschetto antinfortunistico.
Intanto l'intonaco crolla sulla testa di bambini e insegnanti, ancora.
Qui il link alla sezione relativa all'edilizia scolastica sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR); in questa sezione non troverete nulla con riferimento alla programmazione degli interventi nelle scuole italiane. Ma proprio nulla.
È stato stimato ufficialmente l'investimento necessario per rimettere in sicurezza le scuole italiane (manutenzione ordinaria, requisiti antisismici, livello si esposizione al rischio idrogeologico)?
Se esiste una stima ufficiale, in che modo si colloca l'investimento da 1 miliardo recemente stanziato dal Governo?
Sono state individuate delle priorità, e con quali criteri?
Considerati i recenti fatti di cronaca, che tipologie di verifiche saranno effettuate a garanzia di una esecuzione a regola d'arte?
In attesa che il Governo Renzi ci illustri la sua strategia reale d'intervento sull'edilizia scolastica, un provvedimento rapido ed efficiace potrebbe consistere nel limitare l'accesso nelle scuole solo a coloro che sono muniti di caschetto antinfortunistico.
Ecco un piano da 1 miliardo!
(......ma basterà.....?)
Così il 2 Agosto 2014 sul sito del Governo italiano viene data la notizia dell'approvazione di un piano per l'edilizia scolastica, suddiviso in questi tre filoni:
- Scuole belle, 450 milioni di €- Scuole sicure, 400 milioni di €
- Scuole nuove, 244 milioni di €
Nel constatare tra le altre cose che alle "scuole belle" sono destinate maggiori risorse rispetto alle "scuole sicure", non possiamo che rammaricarci per gli esigui investimenti del Governo nell'edilizia scolastica (clicca qui per visualizzare la pagina ufficiale).
Potrebbero sembrare persino tanti soldi, se non fosse che da un banale confronto con gli investimenti per una delle tante opere inutili ritenute strategiche dal nostro Governo, emerge che:
- Per le "Scuole belle" investiamo una cifra pari al costo di 2,8 km di TAV Torino Lione - Per le "Scuole sicure" investiamo una cifra pari al costo di 2,5 km di TAV Torino Lione
- Per le "Scuole nuove" investiamo una cifra pari al costo di 1,5 km di TAV Torino Lione
Di seguito riportiamo una breve rassegna stampa che non ha nè interesse nè pretesa di essere esaustiva, ma vuole invece dimostrare come, al di là delle parole, sia necessario far tornare le scuole dei luoghi sicuri per tutti e non uno slogan da "twittare".
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